E’ definita “cogenerazione” la produzione combinata di energia elettrica e calore.
Il generatore è costituito essenzialmente da un motore, un alternatore per la produzione di energia elettrica e di un apparato di recupero dell’energia termica di scarto.
Sulla piccola taglia (max 50 kW elettrici) questi sistemi vengono denominati “micro-cogeneratori”, e possono essere installati in qualsiasi costruzione edilizia in sostituzione alla classiche caldaie, si differenziano da queste ultime proprio per la loro caratteristica di sfruttare il combustibile non solo per il riscaldamento ma anche per produrre energia elettrica in modo considerevole; energia elettrica che, diversamente, si dovrebbe acquistare dalla rete.
Tale sistema produce un surplus di energia da vendere alla rete.
I cogeneratori possono essere dotati di una scambiatore di recupero calore dei fumi, ovvero un sistema in grado di recuperare e riutilizzare per il riscaldamento il calore che andrebbe perso nei fumi.
Queste soluzioni impiantistiche rispondono a tutti i requisiti legislativi nazionali e non, sopratutto rappresentano il recepimento dalla recente Direttiva Europea 2010/31/UE del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia:
Art. 6 – Edifici di nuova costruzione
“(…) gli Stati membri garantiscono che prima dell’inizio dei lavori di costruzione, sia valutata e tenuta presente la fattibilità tecnica, ambientale ed economica di sistemi alternativi ad alta efficienza (…)”
lettera b) Cogenerazione;
BENEFICI
CONSIDERAZIONI
Le centrali elettriche italiane e le relative reti di distribuzione hanno un rendimento di circa il 40% (talvolta anche inferiore); questo significa per che ogni 100 unità di energia primaria ben 60 vengono disperse come calore di scarto.
Il principio della cogenerazione è invece mirato alla conversione del calore di scarto in calore da utilizzare per il riscaldamento, potendo così ottenere un rendimento complessivo prossimo all'86%, e non al 40.
Il risparmio ambientale conseguito si attesta su una riduzione del 47% di emissioni di CO2 rispondendo così agli impegni assunti col Protocollo di Kyoto e le successive Direttive Europee che pongono in prima linea la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica.